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Beirut, palline e palloncini

Ninfa d'Oro e Premio della Critica Internazionale

Festival di Monte Carlo 1993

Le Monde: "Come in Germania Anno Zero di Rossellini, il film di Frédéric Laffont inizia con un dopoguerra, la fine del mondo. L'idea è bella e felice (...)

Il talento del regista: di confessione in confessione, di dettaglio in dettaglio, dal grido di un tifoso al pensiero in forma di poesia, Frédéric Laffont conferisce al suo reportage una profondità allegorica e trasforma un film sul calcio in un film sul Libano.

Un film di Frédéric Laffont

A cura di Jean-François Giré

Durata: 55'

© France 3, Temps présent TSR, Interscoop, 1992

Beirut, 1990. La guerra non finisce mai...

Una squadra di calcio, la un tempo prestigiosa Nejmeh, riunisce uomini che ieri si sono affrontati.

Con Ali, il portiere, ci avviciniamo l'uno all'altro, da una parte e dall'altra della linea di attacco e di fuorigioco.

Jo, il padre di Ali e il suo primo sostenitore, è un tassista.

Tra le rovine di Beirut, ancora minate, canta Aznavour: "Quanto è triste Venezia...".

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